Vi accompagniamo in una piccola visita guidata, dal centro città al colle di San Carlo.
Fin dall’età del Bronzo (inizi II millennio a.C.) abbiamo testimonianze di diversi piccoli abitati nel territorio aronese (Lagoni di Mercurago -palafitte, Rocca, via Piave), benché già in età preistorica esso fosse già frequentato, come dimostrano isolati reperti del Neolitico Antico e dell’età del Rame (rispettivamente VI e III millennio).
Ma è recentissima la scoperta di un nucleo abitativo del Bronzo Finale (XI – X secc. a.C.), prima presenza sul pianoro della città, nel parco di Villa Cantoni. Dunque il luogo era abitato già prima di tremila anni fa.
E ancora ci sono tracce di successivi insediamenti di una popolazione galloromana dal II a.C. alla tarda romanità. E’ forse in quel momento che nasce il nome Arona sulla cui etimologia ci sono diverse interpretazioni (sasso-acqua; area – piazza; recinto – sbarramento in età longobarda). Ma di quell’epoca non ci sono al momento testimonianze. Abbiamo reperti di alcune necropoli d’epoca romana – urne, vasi di terracotta, monete – nel museo cittadino di Piazza San Graziano).
E’ solo nel Basso Medioevo che abbiamo notizie più certe sulle vicende della nostra città, pur sospettando che la vita fosse continuata anonimamente nei periodi longobardo e franco per la sua posizione strategica a controllo del lago. A fine X secolo entro un castrum preesistente accanto alla villa (villaggio medievale) fu fondata un’Abbazia Benedettina dal conte Amizzone del Seprio che vi portò i corpi dei martiri Graziano e Felino (si legga la storia del Tredicino). Da allora la comunità si sviluppò rapidamente.
Nella seconda metà del 1100 divenne libero comune, in cui si rifugiarono parecchi milanesi che scamparono alla dominazione dei Barbarossa, e a quell’epoca risale il mercato tradizionale.
Il ruolo economico del suo porto commerciale, delle sue fiere e mercati e quello militare della Rocca ne fecero un presidio lacustre importante per i Visconti e il Ducato di Milano. Arona nel 1439 fu infeudata a Vitaliano Borromeo, ricco banchiere e ’ministro delle finanze‘ del duca Filippo Maria Visconti e in seguito conte di Arona. Il piccolo borgo di pescatori ebbe così un castello potenziato ed un porto militare ben difesi da solide mura fortificate, che in abbinamento alla Rocca di Angera chiudevano i transiti del basso lago.
E proprio nel Castello sulla Rocca nel 1538 nacque San Carlo Borromeo, che divenuto arcivescovo milanese beneficò in mille modi il suo paese natale. Non da meno fu il cugino cardinal Federico Borromeo. A loro si devono chiese, palazzi e istituti religiosi e civili.
Il territorio passò sotto la dominazione francese, spagnola ed austriaca, durante le guerre di successione nel 1600, poi ai Savoia, sempre, però, sotto la signoria dei Borromeo fino all’abolizione dei feudi nel 1797. Di lì a poco (1800-1801) la roccaforte venne fatta smantellare da Napoleone, sceso alla conquista dell’Italia.
Sulla Rocca purtroppo sono rimasti solo alcuni bastioni diroccati ed un arco d’ingresso. Una sorte migliore ebbe il Castello di Angera che con il suo fascino medioevale domina il basso lago e che con la sua vista ripaga gli aronesi del torto subito dalla loro Rocca. Da questo momento Arona sarà legata ai francesi fino al 1817, quando tornerà ai Savoia durante il Congresso di Vienna.
Carlo Alberto di Savoia le conferì il titolo di città nel 1838. Nel 1848 Giuseppe Garibaldi entrò in città durante la I Guerra d’Indipendenza e vi ritornerà poi nel 1859.
Nel 1868 si verificò la più disastrosa inondazione del lago. In Arona vi sono targhe che ricordano questo evento e segnano il livello a cui l’acqua giunse all’epoca (+7,6 metri sopra il livello di magra consueto).
Testo gentilmente fornito da Carlo Manni | Gasma Arona